SIULM AERONAUTICA MILITARE : Migliorare le disposizioni per la rilevazione orari attività lavorativa
La SMA-ORD-042, “DISPOSIZIONI PER LA RILEVAZIONE AUTOMATIZZATA DELLE PRESTAZIONI LAVORATIVE DEL PERSONALE MILITARE”, è la Direttiva dell’Aeronautica Militare, che disciplina la rilevazione oggettiva dell’effettiva prestazione lavorativa resa dal Personale militare, attraverso sistemi automatizzati. Questa normativa ha visto la luce nel Giugno del 2009 e, da allora, non è stata oggetto di aggiornamenti.
La Direttiva in questione, al Paragrafo 3, definisce alcuni termini specifici, che sono importanti per la corretta applicazione delle procedure dettate. In particolare, vogliamo evidenziarne due: la definizione di “posto di lavoro”, ovvero il “luogo ove si svolge abitualmente la propria attività lavorativa” e di “infrastruttura”, ovvero il “fabbricato/manufatto, ove ha sede il posto di lavoro, all’interno del sedime militare”.
Nel successivo Paragrafo, poi, viene stabilito che la presenza del Personale deve essere rilevata oggettivamente, sia in ingresso che in uscita, attraverso appositi rilevatori automatici che si trovano all’ingresso delle infrastrutture all’interno del sedime.
Per quanto detto fin qui, avrebbe l’apparenza che non ci sia nulla da rilevare.
Ma al SIULM comparto AM, sono giunte segnalazioni dai propri iscritti che hanno avuto dei problemi in quanto qualche superiore ha sollevato questioni sui posti dove veniva effettuata la rilevazione. Esaminando quanto disposto nella Direttiva, abbiamo approfondito gli atti da cui discende, come la Circolare del Segretario Generale della Difesa/Direttore Nazionale degli Armamenti del Maggio 2009, nella quale viene chiaramente previsto che l’Organo di Vertice, nell’attuazione delle disposizioni, doveva tener conto delle diverse realtà in cui operano alcune articolazioni, in special modo gli enti operativi della Difesa.
Il SIULM deve purtroppo sottolineare che tale indicazione è stata disattesa nella SMA-ORD-042, non tenendo in debita considerazione le varie realtà lavorative presenti all’interno della Forza Armata.
Nello specifico, la Direttiva non prende nella dovuta considerazione le dimensioni di alcuni sedimi. Molti Enti sono ubicati su aree che hanno un ampio sviluppo orizzontale, le cui infrastrutture sono distribuite su distanze anche di diversi chilometri.
Da ciò si ottiene che, se due lavoratori entrano nel sedime contemporaneamente, ma hanno il posto di lavoro situato in edifici ubicati agli antipodi del sedime, avranno diversi orari di inizio della prestazione lavorativa.
Da ciò deriva una palese disparità di trattamento tra le lavoratrici e i lavoratori dell’Aeronautica Militare.
Ciò si aggiunge a quanto già evidenziato da questa Organizzazione Sindacale per l’applicazione non uniforme dell’istituto della flessibilità dell’orario di servizio prevista dalla SMA-ORD-011.
Perciò il SIULM auspica una revisione della Direttiva in questione, che tenga realmente conto delle diverse realtà in cui operano le varie articolazioni dell’Aeronautica Militare, sia operative che non, e che disponga chiaramente che il militare possa rilevare la presenza con qualsiasi rilevatore istallato all’interno del sedime o prevedendo dei rilevatori agli ingressi dei sedimi stessi.
SIULM : VERTICI MILITARI E COMANDI GENERALI NON RISPONDONO A DOMANDE IMPORTANTI SU VACCINAZIONE COVID PER I MILITARI.
Mentre leggiamo della nomina del Gen. Figliuolo come nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, il che, crediamo, sottintenda tra l’altro, in chi lo ha nominato, più efficienza e trasparenza sull’ emergenza Covid e vaccinazioni, dobbiamo purtroppo prendere atto che i vertici militari e i comandi generali non rispondono a domande importanti sul tema ” vaccini per i militari “.
Come SIULM, Sindacato Unitario Lavoratori Militari, sindacato militare Interforze, riteniamo che INFORMAZIONI E RISPOSTE dovrebbero essere atto dovuto ma i vertici si comportano come le tre scimmiette del non vedo, non sento, parlo e non do informazioni, anche quando si tratta di tema importantissimo come i vaccini.
I militari non hanno diritto di essere informati sulle vaccinazioni, sulla programmazione e sulla situazione in atto ?
Perché e quanto tempo ancora devono continuare questi assurdi silenzi e ostruzionismo verso il sindacato militare che esiste legittimamente da 3 anni ?
Volutamente, come SIULM, come stile e forma, non bombardiamo di comunicati e richieste da frenetici tuttologi i vertici prima della legge,
MA CI ASPETTIAMO, COME PREVISTO, RISPOSTE DOVUTE SU TEMA IMPORTANTE E DI INTERESSE COLLETTIVO per informare correttamente i nostri iscritti, chi ci segue e tutti gli appartenenti a FFAA, CC e GdF, su cosa sta accadendo con le vaccinazioni.
Dando per scontata la volontarietà a sottoporsi alla vaccinazione, alcuni giorni fa abbiamo scritto a gabinetto ministro e tutti gli uffici di vertici FFAA, Comando generale CC e Gdf, ponendo delle DOMANDE.
AD OGGI RISPOSTE ZERO ! Apparenti ” case di vetro ” e belle parole o propositi dichiarati da tutti i vertici in audizioni rimangono solo parole vuote mentre ci lasciano tutti senza risposte e informazioni.
ECCO IL CONTENUTO DELLA LETTERA INVIATA E LE DOMANDE SENZA RISPOSTA:
Oggetto: Vaccinazione anti-Covid per i Militari e informazione sul tema vaccini.
Premesso che tra gli scopi della nostra Associazione Sindacale c’è la corretta e completa informazione sui temi che interessano la vita ed il lavoro degli appartenenti al Comparto Difesa.
Visto l’importante tema vaccini, a riguardo, come Sindacato Interforze SIULM vorremmo fare concreta e reale informazione chiedendoVi dati e programmi di Forza Armata / Comandi Generali. Riteniamo che, per sconfiggere questa pandemia che soffoca il paese, vaccinare più cittadini possibile e più militari possibile sia cosa di assoluta importanza e priorità.
Tenendo anche conto dei ritardi delle aziende che hanno sottoscritto contratti di fornitura dei vaccini;
Vi chiediamo, come sindacato Interforze SIULM, di renderci partecipi di dati e
programmi ufficiali, per riuscire ad informare così, in modo corretto, i nostri iscritti ed i tanti militari che ci seguono, ricomprendendo nell’informativa i seguenti punti:
1 – Qual è il programma vaccinale in atto per la vostra FF.AA.?
2 – Sarà uniforme su tutto il territorio nazionale?
3 – Ci sono settori / reparti / Enti che hanno priorità?
4 – Il vaccino anti-Covid è tra quelli previsti e obbligatori per il personale da inviare fuori area?
5 – La Forza Armata / Comando Generale ha valutato la possibilità di condizionare il servizio e l’operatività di alcuni settori in base al fatto di aver effettuato o meno il vaccino?
6 – Quanti militari sono stati vaccinati alla data della vostra risposta e se le reazioni al vaccino sono nella norma e media di quello che si legge per altre categorie di lavoratori.
In attesa di una Vostra cortese risposta, che sicuramente potrebbe contribuire a fornire utile e corretta informazione su questo tema importantissimo,
Porgiamo cordiali Saluti
Roma, 26 Febbraio 2021
DOMANDE legittime e, ripetiamo, di interesse collettivo, RISPOSTE, ad oggi, ZERO.
Intervista del SIULM a Radio Roma Capitale, spieghiamo il sindacato militare ai cittadini. Presidente SIULM Salvatore Rullo e segr. Regione Lazio SIULM Carabinieri Michele Gigante.
Spiegare ai cittadini, in pochi minuti, cos’è e quanto serva ai cittadini lavoratori in uniforme la conquista dei diritti sindacali .
Vedi intervista a Radio Roma Capitale del presidente Sindacato Militare Interforze SIULM Salvatore Rullo e del segretario regione Lazio SIULM Carabinieri Michele Gigante.
Un lungo percorso di rivendicazioni di diritti sindacali per migliorare le condizioni di lavoro, le condizioni economiche, di salute, stato sociale e famiglie di tutti i militari, cominciava molti anni fa per concludersi con la sentenza 120 / 2018 della Corte Costituzionale che sentenziò: “ non si possono negare i diritti sindacali ai militari e questi diritti vanno regolamentati per legge “. Oggi esistiamo da quasi tre anni e aspettiamo ancora la legge…….
CLICCA QUI per video intervista.
CLAMOROSO, LE REGOLE ANTI COVID NON VALGONO PER IL COCER CARABINIERI. RIUNIONI IN PRESENZA IN PIENA EMERGENZA. OLTRE LA SPESA INUTILE, CHI AUTORIZZA E PERCHE’ ?
Apprendiamo con grande stupore che, nonostante la precisa indicazione del Comando Generale che, come evidenzia il Cobar CC Marche, recita : “ Emergenza Corona Virus, attività della Rappresentanza Militare : rinviare sino a cessata emergenza eventuali incontri / trasferte presso altri reparti dell’Arma e/o attività congiunte tra differenti consigli , salvo autorizzazioni che i rispettivi comandanti affiancati concederanno per eccezionali, comprovate e improcrastinabili esigenze connesse con l’espletamento del mandato . Privilegiare la convocazione di assemblee / gruppi di lavoro a distanza” ….
CIO’ SCRITTO si apprende, come si legge in delibera, che sono autorizzati numero 4 delegati del CoCeR Carabinieri a recarsi presso il Comando Legione Carabinieri Marche, il giorno 11 febbraio, per incontrare il comandante, il personale ed una delegazione dei corrispondenti CoIR e CoBaR (!).
Appare un bel assembramento a spese dello Stato, Non c’è che dire !
Il CoBaR scrive : “ non si conoscono comunicazioni che sottendono al concetto di eccezionale, comprovata e improcrastinabile esigenza connessa all’espletamento del mandato che abbia consentito la trasferta in questione “.
IL COBAR ricorda anche che è in vigore il divieto di spostamento tra regioni ed evidenzia che i solerti delegati avranno anche incontri il 17 e 18 febbraio presso il comando provinciale di Macerata e poi Pesaro e Urbino per incontro con il CoBaR locale ed il personale. Anche in questo caso “non si conoscono comunicazioni che sottendono al concetto di eccezionale, comprovata e improcrastinabile esigenza connessa all’espletamento del mandato che abbia consentito la trasferta in questione”.
Il Cobar conclude chiedendo di conoscere i motivi improcrastinabili e urgenti che giustificano questi tour rappresentativi.
COME SIULM LO CHIEDIAMO ANCHE NOI .
Anzi, chiediamo anche : PERCHÉ si autorizzano anche in questo periodo di emergenza queste riunioni e le stesse riunioni del CoCeR ?
PERCHE’ non possono avvenire a distanza risparmiando soldi dei contribuenti a fronte della mostruosa cifra che ancora ci costa la Rappresentanza Militare nonostante la sentenza 120/2018 la cancelli di fatto, dando ai sindacati le stesse competenze, a fronte del non rispetto dello SMD, sia della sentenza sia di una circolare ancora in vigore che consentirebbe ai sindacati di incontrare il personale ed avere le stesse competenze del CoCeR ?
QUALI importanti, improcrastinabili e fondamentali motivi giustificano queste riunioni in presenza mentre in tutta Italia ed a tutti i livelli si rispettano regole e leggi facendo riunioni a distanza ?
CONSIDERANDO VARI DELEGATI DOPPIOCAPPELLISTI , ovvero facenti parte di Rappresentanza a vari livelli e aventi ruoli e cariche in Sindacati Militari, si VERIFICA se durante questi incontri si fa proselitismo per sindacati di DOPPIOCAPPELLISTI ( cosa che sarebbe vietata ) ?
Neo Comandante Generale Arma Teo LUZI : Massima attenzione ai sindacati – Non solo mere statistiche ma ascolto del personale – autorevolezza che nutre le Istituzioni, scevra da ogni vuoto autoritarismo.
“Alla Rappresentanza Militare e in prospettiva AI SINDACATI, CHE SARANNO UNA NUOVA REALTÀ, ASSICURO LA MIA MASSIMA ATTENZIONE E CHIEDO LORO OGNI COLLABORAZIONE nella consapevolezza che il dialogo consentirà di raggiungere sempre migliori traguardi per il benessere del personale, vero moltiplicatore di efficienza”.
COME SIULM RITENIAMO MOLTO INTERESSANTE E IMPORTANTE IL DISCORSO TENUTO DAL NEO COMANDANTE GENERALE DELL’ ARMA, DEL QUALE ABBIAMO EVIDENZIATO ALCUNI PUNTI CHE CI PIACEREBBE MOLTO AFFRONTARE INSIEME APPENA POSSIBILE. CONSIGLIAMO LETTURA DELL’INTERVENTO. AUGURI E BUON LAVORO GENERALE LUZI.
15 Gennaio 2021: FONTE – Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri-
Nella mattinata odierna, presso la caserma “O. De Tommaso” sede della Legione Allievi Carabinieri in Roma, ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento nella carica di Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri fra i Generali Giovanni Nistri, cedente, e Teo Luzi, subentrante.
La cerimonia, svoltasi secondo le vigenti prescrizioni per il contenimento della pandemia, è stata celebrata alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Enzo Vecciarelli. In tribuna d’onore erano presenti, a causa delle restrizioni, un limitato numero di autorità politiche, religiose, amministrative e militari, tra cui le massime autorità istituzionali, i vertici delle Forze Armate e di Polizia, il Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo Gen. C.A. Libero Lo Sardo, il Presidente dell’O.N.A.O.M.A.C. Generale di C.A. Cesare Vitale ed esponenti di tutti gli organismi di rappresentanza dell’Arma.
Prima della cerimonia di avvicendamento, i Generali Nistri e Luzi hanno reso omaggio ai Caduti deponendo una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto all’Altare della Patria ed al Sacrario dei Caduti del Museo Storico dell’Arma.
INTERVVENTO GENERALE DI CORPO D’ARMATA TEO LUZI
Nell’assumere il Comando dell’Arma dei Carabinieri desidero esprimere alcune considerazioni che nascono dal profondo del mio cuore.
Il mio primo deferente pensiero va al Capo dello Stato, che ringrazio per la premurosa attenzione da sempre riservata all’Arma, che è stimolo e incoraggiamento per tutti i Carabinieri.
Un saluto particolare al Presidente del Consiglio dei Ministri, Professore Giuseppe CONTE, al quale assicuro assoluta lealtà istituzionale e un impegno senza riserve, grato per il privilegio e la fiducia accordatami dal Governo.
I saggi Padri costituenti, che hanno fatto di questo Paese una grande Repubblica, all’art. 98 della Costituzione hanno sancito che i pubblici dipendenti “sono al servizio esclusivo della Nazione”. Signor Presidente, la mia azione sarà ispirata a questo principio, come uomo delle Istituzioni, consapevole del dovere di perseguire il bene comune, senza personalismi o interessi di parte.
Con il medesimo spirito mi rivolgo al Ministro della Difesa, Onorevole Lorenzo Guerini. Signor Ministro, può essere certo che continuerà a trovare nei Carabinieri tutta la determinazione e la forza di volontà che contraddistinguono l’intero Dicastero.
Al Ministro dell’Interno, Consigliere Luciana Lamorgese, il mio rispettoso saluto, confermando quella piena condivisione d’intenti che già ha connotato il nostro proficuo rapporto di collaborazione, anni fa in altri incarichi.
Al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, l’impegno a lavorare con quella visione sinergica e sistemica che ispira, da sempre, la guida delle Forze armate, in perfetta intesa con i Capi di Stato Maggiore e il Segretario generale. Li ringrazio per aver voluto essere presenti, attestando il comune sentire della schiera militare cui l’Arma resta saldamente ancorata nell’assolvimento delle sue missioni istituzionali.
Al Capo della Polizia Direttore generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, al Comandante generale della Guardia di Finanza e al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, riservo i miei più sinceri sentimenti di amicizia e di alta considerazione, pronto a condividere le responsabilità che le esigenze di sicurezza del Paese richiederanno, nel rispetto del ruolo attribuito a ciascuna Istituzione.
Mi associo alle parole di saluto rivolte dal Generale Nistri ai Presidenti delle Commissioni Difesa del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, ai Direttori degli Organi di informazione per la sicurezza, ai rappresentanti delle Magistrature, alle Autorità civili ed ecclesiastiche, che con la loro presenza testimoniano la considerazione verso l’Arma di tutto il mondo delle Istituzioni.
Una stima che deriva anche dall’azione di chi mi ha preceduto: per questo esprimo profonda gratitudine ai Comandanti Generali emeriti, miei esemplari “maestri di vita militare” e ai Presidenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Forestali e dell’Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari dell’Arma dei Carabinieri.
Un saluto al Vice Comandante Generale e ai Comandanti di Vertice, con la certezza di poter contare sulla loro qualificata collaborazione in una visione unitaria dell’Arma.
Mi rivolgo ora a tutti coloro che non sono presenti in questa caserma, ma per me è come se lo fossero: i miei Carabinieri e gli italiani che ci seguono dalle località più lontane del territorio nazionale in diretta streaming, resa possibile con la disponibilità delle principali testate giornalistiche che ringrazio per la collaborazione. Tra questi, i miei compagni del 160° Corso dell’Accademia militare di Modena coi quali nel 1978 ho iniziato il mio servizio e poi condiviso, nel tanto tempo trascorso, i valori dell’etica militare.
Al Generale Nistri la mia più autentica riconoscenza. Comandante, oltre due anni fa hai voluto designarmi Capo di Stato Maggiore, permettendomi di vivere un’esperienza di straordinario spessore professionale, anche per la conoscenza delle dinamiche dell’intero apparato pubblico.
Grazie di cuore, caro Gianni, per lo straordinario esempio di coerenza, determinazione e cristallina onestà intellettuale offertami in questi due anni di duro lavoro al Tuo fianco. A Te e ai Tuoi familiari l’augurio più affettuoso di ogni bene.
Alla Rappresentanza Militare e in prospettiva ai Sindacati, che saranno una nuova realtà, assicuro la mia massima attenzione e chiedo loro ogni collaborazione nella consapevolezza che il dialogo consentirà di raggiungere sempre migliori traguardi per il benessere del personale, vero moltiplicatore di efficienza.
Da ultimo, mi sia consentito rivolgere uno sguardo affettuoso a mia moglie Giusy e a mia figlia Eleonora, per i sacrifici da sempre fatti per sostenermi. Mi piace pensare che con la loro naturale semplicità possano rappresentare idealmente le famiglie di tutti i Carabinieri!
Desidero ora esprimere brevemente il mio pensiero istituzionale.
Penso ad un’Arma, sintesi della cultura, della storia e del sentire popolare della nostra Patria e, per questo, apprezzata dagli italiani, che vi leggono la capacità di coniugare generosità e coraggio, competenza ed empatia.
Capacità che si proiettano anche fuori dai confini nazionali, così contribuendo alla valorizzazione dell’“italianità” nel mondo.
Un’Arma espressa anzitutto dalle 4.900 Stazioni Carabinieri distribuite in tutta la penisola, i cui Comandanti lavorano, in sinergico legame con i Sindaci e gli altri protagonisti sul territorio, al servizio delle comunità locali anche nelle tante evenienze di protezione civile.
Un’organizzazione militare, peculiare componente dello strumento nazionale di difesa e di sicurezza, sempre più integrata, interoperabile e INTERFORZE. Un unicum tra le Forze Armate di Paesi amici e alleati e, per questo, vero valore aggiunto al potenziale delle Forze Amate italiane per le operazioni internazionali di stabilizzazione che, con crescente frequenza, impegnano il nostro Paese.
Una Forza di polizia a competenza generale pienamente partecipe di un modello di coordinamento, sostenuto da sempre senza riserve poiché in grado di preservare la ricchezza del composito sistema della pubblica sicurezza nazionale, la cui unitarietà di indirizzo è affidata al Ministro dell’Interno e, nelle diverse province, ai Prefetti, che ringrazio per la concreta vicinanza con cui seguono le tante evenienze della nostra quotidianità.
Uno strumento operativo duttile ed efficace, a disposizione dell’Autorità giudiziaria inquirente per affrontare, con metodo e perseveranza, le molteplici minacce criminali: dall’attivismo del terrorismo confessionale e delle matrici eversive, ai traffici illeciti anche internazionali di gruppi organizzati, alle espressioni subdole della corruzione e alle insidie della criminalità di strada.
Un’Arma tecnologicamente avanzata, che congiunga l’imprescindibile centralità dell’uomo con le più moderne applicazioni tecnologiche, necessarie per migliorare i livelli di sicurezza e rendere l’azione amministrativa più snella a favore del cittadino.
Un’ Istituzione sempre più impegnata nei comparti di specialità per declinare la sicurezza in tutte le sue dimensioni, a tutela dell’ambiente, del patrimonio culturale, della sicurezza sui luoghi di lavoro e della salute.
Tra questi, voglio ricordare, per la peculiarità che rappresenta, la spiccata professionalità dei Carabinieri forestali, oggi parte integrante dell’Arma, sempre più protagonisti della biosicurezza e, in prospettiva, strumento di ineguagliabile affidabilità, a disposizione dell’Autorità di Governo per iniziative di “diplomazia ambientale”, in un settore per sua natura globale.
MI RIVOLGO ORA AI MIEI CARABINIERI, UOMINI E DONNE, VERA RICCHEZZA DELLA NOSTRA ISTITUZIONE.
Oltre 40 anni fa un Maresciallo, a me sconosciuto, Comandante di Stazione del mio piccolo paese, mi prospettò, in modo semplice e disinteressato, la possibilità di entrare nei ranghi dell’Arma, facendomi convocare poi al Comandante della Compagnia, che rafforzò in me questo proposito.
Vi confesso che quando mi è giunta la notizia della nomina a Comandante Generale il ricordo è immediatamente andato a quel Comandante di Stazione, alla Sua autorevolezza e alle Sue qualità umane.
Indirizzando il mio saluto a Voi Carabinieri, parto proprio da qui, da come immagino il contatto coi cittadini fatto di capacità di ascolto, comprensione, gentilezza e trasparenza, ma anche di fermezza e determinazione.
In tanti anni di servizio ho ritrovato molte volte questa attitudine in tanti Carabinieri. Per questo, nel mio primo giorno del mandato, ho il desiderio di esprimere pubblicamente la mia sincera ammirazione nei Vostri confronti e, in particolare, ai più giovani perché so che dovranno affrontare sfide insidiose, risparmiate alla mia generazione.
Le imprese che si troverà a fronteggiare l’Arma saranno complesse e inedite, ma assieme rivolgeremo lo sguardo al futuro con serenità, per trasmettere ai cittadini – col nostro servizio esemplare – ottimismo sociale e fiducia nelle istituzioni. NON IGNORO I GRAVI FATTI CAUSATI NEGLI ULTIMI ANNI DAL COMPORTAMENTO SCELLERATO di carabinieri infedeli. Non dobbiamo guardare a queste vicende con indifferenza, ma imparare dagli errori.
DICO QUESTO PERCHÉ ANCH’IO, CARABINIERE TRA I CARABINIERI, HO PROVATO PROFONDA AMAREZZA E DOLORE. DOBBIAMO ACCETTARE LE CRITICHE, ANCHE QUELLE PIÙ PUNGENTI, che ci devono rendere ancor più determinati nel migliorarci, affinché certi deplorevoli comportamenti siano repressi con rigore e, per quanto possibile, prevenuti.
Dico questo con convinzione e determinazione! L’Arma è e resterà il luogo che custodisce la fiducia degli Italiani: UNA “CASA DI VETRO” ABITATA DA UNO SPIRITO AUTENTICO DI ALTRUISMO E DI RIGORE.
Ne va della credibilità della nostra Istituzione, costruita in due secoli di storia, accompagnando la quotidianità degli Italiani, anche nei periodi più difficili, come quello che stiamo vivendo, connotato dal senso di smarrimento causato dalla pandemia.
Con orgoglio voglio ricordare che dall’inizio dell’emergenza sanitaria l’Arma non ha chiuso una sola Stazione, contando ad oggi, OLTRE 7.600 CONTAGIATI E 20 CADUTI: un tributo espressione di una corale scelta istituzionale, condivisa dai Carabinieri di ogni grado, tutti consapevoli della necessità di raggiungere ogni cittadino, facendo sì che nessuno si sentisse abbandonato. Anche in queste ore, ovunque, i carabinieri stanno operando, assieme alle altre Forze di Polizia, affinché i vaccini giungano in sicurezza presso le strutture sanitarie.
Questo è il volto dell’Arma, che ogni cittadino sa e vuole riconoscere, e senza il quale ogni risultato operativo, pur ragguardevole, diventa un’arida narrazione. IL VALORE OPERATIVO DELL’ARMA, INFATTI, NON SI MISURA IN STERILI STATISTICHE, ma attraverso la considerazione degli italiani, certamente non quantificabile e frutto della capacità di ciascun Carabiniere di interpretare e soddisfare le richieste di sicurezza più disparate.
Questo è lo spirito autentico dell’Arma! La cifra distintiva della nostra Istituzione, sin dalle sue origini. Ad esse guardiamo, senza demagogia ma con coerenza, perché la storia può ispirarci, può renderci più umili e consapevoli dell’impegno cui siamo chiamati per essere all’altezza delle aspettative degli Italiani!
Per tutto questo, oggi più di ieri, serve unità e coesione.
Al riguardo, voglio fare una riflessione sull’azione di comando ai vari livelli.
AUTORITÀ DERIVA DAL LATINO “AUGÈRE”, CHE SIGNIFICA ACCRESCERE. CHI NE È INVESTITO HA IL DOVERE DI ACCRESCERE SÉ STESSO E LE PERSONE CHE DIPENDONO DALLE SUE DECISIONI.
CHIUNQUE ESERCITI UNA FUNZIONE DI COMANDO DEVE SENTIRE L’IMPERATIVA NECESSITÀ DI PORSI IN ASCOLTO DEI PROPRI COLLABORATORI, IN UN INCESSANTE DIALOGO per sostenerne l’entusiasmo, ma anche per controllarne la condotta, rimuovendo gli errori e ripristinando, nei singoli militari e nella collettività dei Reparti, quel gratificante senso di appagamento che deriva dalla coscienza di aver compiuto il proprio dovere.
Questa è la forza dell’autorevolezza che nutre le Istituzioni, scevra da ogni vuoto autoritarismo.
Questo è il mio proposito! Io sarò al vostro fianco e sarà mia cura coinvolgervi. Per arricchire ogni scelta strategica con i vostri contributi che, so già, saranno propositivi e disinteressati. Per offrirvi la mia esperienza, la mia attenzione, il mio sostegno nel percorso comune.
Con questi sentimenti, nella solennità imposta dalla Bandiera qui schierata e nel ricordo esemplare dei nostri Caduti, consapevole del dovere di preservare l’Arma quale prezioso patrimonio degli italiani, inizio questa sfida con il sostegno delle Autorità di Governo, della mia coscienza e – ne sono certo – dei miei Carabinieri.
Viva l’Arma dei Carabinieri!
Viva l’Italia!
LA VERGOGNOSA FAKE SU OBBLIGATORIETA’ VACCINO PER I MILITARI.
Da ieri, circola tramite whatsApp una vergognosa, mal scritta e falsa copia di Gazzetta Ufficiale con falsa informazione inerente obbligatorietà di vaccino anti Covid per i militari.
Già qualche mese fa siamo intervenuti su allarmanti e infondate notizie, smentite ufficialmente da Ministero Difesa e Interni anche dopo il nostro intervento, su un presunto uso dei militari come cavie per sperimentare il vaccino. Era solo allarmismo ingiustificato.
Ora sta circolando un FALSO decreto su una inesistente obbligatorietà vaccinale per tutti i militari.
Molti ce lo hanno segnalato e riteniamo importante denunciarne la falsità.
Premesso che, ad oggi, non esiste alcun obbligo vaccinale per nessuna categoria di lavoratori, riteniamo che un tema cosi importante e delicato non si possa inquinare con falsità grossolane che andrebbero perseguite a norma di legge, ci auguriamo che accada anche se non è facile indagare su origine o fonte del falso.
Abbiamo contattato alcuni uffici di vertice che condividono lo sdegno per questo falso e ricordano di affidarsi solo a comunicazioni istituzionali e fonti di informazione serie e verificabili .
Creare allarmismi in un contesto emergenziale nazionale tra i militari lo riteniamo grave e ci chiediamo quale mente ed a che scopo sia stato fatto questo falso.
Sull’importante teme dei vaccini ai militari auspichiamo un confronto serio tra tutti i vertici e comandi generali ed i sindacati militari. Confronto che spazzerebbe via falsità e dibattiti troppo affrettati, oltre che fughe in avanti di singole amministrazioni.
Nel testo che circola si legge :
“ IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400;
Visto il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19», convertito, con modificazioni, dalla legge 5 marzo 2020, n. 13, successivamente abrogato dal decreto-legge n. 19 del 2020 ad eccezione dell’articolo 3, comma 6-bis, e dell’articolo 4;…………………………………….
Decreta
Obblighi di vaccinazione anti Covid-19 per tutte le Forze Armate e Addetti alla pubblica e privata sicurezza in tutto il territorio nazionale. Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19 è fatto obbligo, sull’intero territorio nazionale, l’adesione al piano vaccinale a tutte le Forze Armate in servizio.
Tale obbligo è esteso, inderogabilmente e senza esclusioni, a tutti gli Addetti alla sicurezza pubblica e privata, nonchè addetti al portierato e antitaccheggio.
La massima priorita’ sara’ data agli operatori attualmente in servizio nei supermercati.
Tale priorita’ è stata decisa perchè servizio indispensabile ai fini di ordine pubblico per l’approvvigionamento di generi di prima necessita’.
Chi rifiutera’ la vaccinazione entro il mese di Febbraio 2021 sarà denunciato per epidemia dolosa e condannato per direttissima a 2 anni di carcere senza condizionale, oltre al licenziamento per giusta causa”.
TOTALMENTE FALSO !
Carabinieri comandanti di stazione, considerazioni del SIULM
L’ultima circolare sull’avvicendamento dei comandanti di stazione emanata dal comandante generale uscente dell’arma dei carabinieri, Giovanni Nistri, sta facendo discutere animatamente varie generazioni di marescialli, e merita certamente tutta una serie di considerazioni.
Il primo aspetto che fa riflettere e francamente lascia perplessi è la tempistica del provvedimento, emanato solo qualche giorno prima di lasciare il comando al generale Luzi. Sarebbe stato a nostro avviso più opportuno attendere l’insediamento del successore nonché concertare con le organizzazioni sindacali una decisione di tale portata e importanza che, di certo, dispiegherà i suoi effetti sull’organizzazione e sull’operatività dei reparti.
L’atteggiamento di noncuranza nei confronti delle organizzazioni sindacali militari, anche a mero titolo consultivo, continua ad essere indice di malcelata insofferenza verso chi, tra non molto, avrà l’onore e l’impegnativo compito di tutelare i militari e le loro famiglie.
Ebbene, proprio pensando a quelle famiglie ci sentiamo di fornire il nostro contributo, anche se non richiesto, nel merito della scelta di avvicendare i comandanti di stazione dopo dieci anni di permanenza in una sede.
Crediamo che sia una decisione tutto sommato condivisibile e utile ad evitare quei condizionamenti inevitabili che si verificano quando si lavora per troppo tempo, in posizioni di responsabilità, sullo stesso territorio. Tuttavia, riteniamo utile porre al centro del confronto l’ipotesi di invertire l’impostazione data dal generale Nistri.
Spieghiamo meglio: le stazioni dei carabinieri sono suddivise a fasce di basso, medio e alto impegno operativo che corrispondono verosimilmente a Comuni importanti che spesso coincidono con i comandi di compagnia in Comuni molto grossi o capoluoghi di provincia dotati di tutti i servizi, soprattutto le scuole, necessarie alle famiglie dei carabinieri.
Dunque, si potrebbe pensare di avvicendare gli uomini non in base alla permanenza sul territorio ma in base alla progressione di carriera e del grado ricoperto. I carabinieri di prima fascia dovrebbero essere tratti dai marescialli capi o in alternativa dai marescialli ordinari che, terminato il proprio servizio, potrebbero poi essere spostati ad una distanza relativamente breve in una stazione di medio impegno operativo per marescialli capi e maggiori in Comuni dove certamente c’è la presenza di scuole compatibili con l’impegno scolastico richiesto ai figli dal momento che il rapporto grado di lavoro – istituto scolastico è relativamente stabile e sempre uguale.
Per i luogotenenti, invece, i capoluoghi di provincia e le stazioni di compagnia in sedi dove normalmente c’è più di una scuola e di diverso tipo per potere soddisfare tutte le esigenze delle famiglie.
Una organizzazione di questo tipo risolverebbe da una parte i problemi legati alla permanenza sul territorio e ai condizionamenti ad essa vincolati e, dall’altra, le esigenze familiari. Al giorno d’oggi, più spesso di quanto si pensi, si verificano situazioni paradossali come marescialli in sede vacante che comandano stazioni importanti e luogotenenti che hanno sempre prestato servizio in paesini con non più di mille abitanti.
Tutto ciò non ha alcun significato né dal punto di vista operativo né per la salvaguardia del benessere dei militari e non risponde alle esigenze ed ai punti di domanda – questi sì: sentiti e reali – che riguardano, ad esempio, la questione della lunga permanenza dei comandanti in alcuni territori in cui è quasi indispensabile garantire continuità per la grande complessità delle dinamiche territoriali ivi esistenti.
Ciò è innegabile, ma è altrettanto evidente che queste eccezioni possano essere gestite con il meccanismo delle proroghe, se non addirittura formando degli elenchi di sedi che debbano essere considerate al di fuori dal contesto dei normali avvicendamenti, come avviene per le zone cosiddette disagiate.
In ogni caso, riteniamo sia compito primario delle future organizzazioni sindacali, non appena formalmente operative, richiedere una riformulazione sia della circolare in oggetto che di quella sui reparti speciali, tenendo conto di tutte le potenziali situazioni disagevoli che si dovessero verificare.
Coordinamento nazionale SIULM carabinieri
La forbice si è rotta!
Se fino a qualche tempo fa si parlava di una forbice salariale che si era allargata negli ultimi 20 anni, oggi si può certificare che la forbice è rotta, non esiste più il ceto medio nemmeno nella Pubblica Amministrazione.
AERONAUTICA MILITARE Trasferimenti in trasparenza
Ennesima richiesta del SIULM ai vertici dell’Aeronautica Militare
Il Sindacato Interforze SIULM ha ben chiaro quali siano i compiti delle FF.AA., ancorché consapevole che per garantire l’operatività vi sia la necessità di impiegare il Personale su tutto il territorio nazionale, sulla base delle prioritarie esigenze.
Tenendo ben presente l’operatività delle FF.AA., si è consapevoli che la mobilità del personale sul territorio nazionale, che estero, non può prescindere da semplici accordi con i singoli per determinarne le destinazioni di impiego, ma è data ampia discrezionalità all’Amministrazione.
Il SIULM, però, ravvisa un crescente scostamento da quanto previsto all’articolo 52 comma 3 della Costituzione: “L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica”.
Nello specifico, nel 2001, l’Aeronautica Militare ha emanato la direttiva DIPMA-UD-001, nella quale vengono delineati i trasferimenti d’autorità: per esigenze di servizio, e quelli a domanda: per le esigenze di natura privata che dovessero interessare il personale Militare dipendente.
Sebbene il trasferimento d’autorità rientri nella sfera degli “ordini militari”, vi è giurisprudenza consolidata che conferma la necessità di una motivazione, anche breve, al fine di bilanciare la discrezionalità riconosciuta all’Amministrazione in merito alle movimentazioni, e che questo non venga imposto quale mera sanzione. Ciò al fine di evitare l’esclusione delle garanzie derivanti dalla legge 241/1990, e che non vadano in contrasto con quanto dettato negli artt. 52, comma 3, e 24 della Costituzione.
A questo Sindacato giungono, ormai, numerose segnalazioni di colleghi dell’Aeronautica Militare che vengono individuati e resi disponibili per il trasferimento da parte dei loro Comandanti di Corpo. Di tale scelta, vi è più di un sospetto che siano disposte come forma di sanzione da parte dei Comandanti, o che, forse, non conoscono appieno il Personale dipendente sottoposto all’eventuale trasferimento.
Sta di fatto che le categorie Sottufficiali e Graduati vengono ormai considerati meri numeri, venendo disposto nei loro confronti trasferimenti la cui necessità o motivazione risulta incomprensibile.
È vero che chi sceglie di arruolarsi fa spontaneamente una scelta di vita, però, va sempre tenuto in debita considerazione che ogni Militare è altresì una persona con una famiglia, moglie e figli, i quali sono inseriti nel tessuto lavorativo e sociale del luogo dove il Militare svolge il proprio servizio. Spesso questi hanno abitazioni acquistate con grandi sacrifici e per le quali grava un mutuo, e il dover provvedere ad un ulteriore alloggio nella nuova sede di servizio, con i bassi stipendi dei Marescialli, Sergenti e Graduati, risulta gravoso, non consentono assolutamente loro di poter affrontare una tale contesto. Questi colleghi sono disperati.
Considerato che Il “capitale umano” è il pilastro fondamentale delle Forze Armate, tali movimentazioni disposte sulla base di valutazioni poco ponderate o su motivazioni di servizio irrealistiche, avrebbero risvolti negativi non solo sul Militare stesso ma anche su coloro i quali gli sono vicini.
Lungi da noi il poter equiparare la categoria Ufficiali alle altre, principalmente perché i Dirigenti delle FF.AA. sono chiamati a ricoprire degli incarichi specifici per i quali e chiesto loro il dover effettuare attribuzioni ed esperienze non sempre espletabili presso tutte le basi. Cosa diversa invece è per i restanti ruoli.
Per quanto sopra esposto, questa Associazione Sindacale chiede ai Vertici delle Forze Armate che vi sia una maggiore trasparenza e partecipazione del Personale nel procedimento decisionale, intesa non come controllo sulla stessa ma come informazione nei processi i quali portano alla definizione delle movimentazioni sul territorio nazionale o estero. Così facendo, lo spirito democratico e la trasparenza a cui si debbono uniformare le FF.AA., non restino solo concetti astratti scritti nella Carta Costituzionale ma principi fondamentali a cui tutti debbano attenersi.
SIULM AERONAUTICA MILITARE : INCARICHI BEFFA PER I SOTTUFFICIALI, RESPONSABILITA’ SENZA INDENNITA’.
SIULM AERONAUTICA MILITARE : INCARICHI BEFFA PER I SOTTUFFICIALI, RESPONSABILITA’ SENZA INDENNITA’.
In periodo di rinnovo contratto il SIULM Aeronautica evidenzia che Il filone del risparmio nella Difesa colpisce sempre gli stessi.
Nel 2016 vi fu una corposa riduzione degli incarichi destinatari dell’indennità di comando, si ebbe anche il recupero forzoso e retroattivo dei ratei mensili nei confronti del personale già investito di responsabilità, ma che avevano alle loro dipendenze meno di due militari anche se poi magari c’erano diversi dipendenti civili, altro caso riguardò tutti coloro che nella nomenclatura dell’ incarico non avevano le paroline magiche “Capo Nucleo”.
L’indennità di Comando disposta dall’art. 10 della Legge 23 marzo 1983, n. 78 fu concepita per compensare il maggior impegno e più gravosi compiti connessi alle responsabilità dei militari preposti ad attività di comando.
Questa metodologia della riduzione a tutti i costi ha penalizzato ancora una volta i sottufficiali che posti a capo di articolazioni per le diverse ragioni su declinate non percepiscono l’indennità di comando.
Il SIULM nella sua componente dell’Aeronautica Militare chiede che tutti i militari posti a capo di un’articolazione, nucleo, sala o quant’altro siano destinatari della suddetta indennità e che se per ragioni di determinazioni di superiori autorità tale provvedimento non è immediatamente applicabile, si proceda subito alla modifica delle tabelle organiche della Forza Armata ed eventualmente si accorpino nuclei, sale o altro in modo che chiunque si trovi ad essere caricato di responsabilità penali, amministrative e da preposto sia percettore dell’indennità.