CARABINIERI, VISIBILITA’ AD OGNI COSTO !
E’ inverosimile, l’arma proprio non riesce a gestire al suo interno l’emergenza Sars-Cov19 spesso ignorando anche i vari DPCM-Covid, ma non rinuncia a piantare bandierine nei drive-through-tamponi per conquistare visibilità anche in questo triste periodo di pandemia.
Tutti dobbiamo fare la nostra parte, soprattutto chi indossa una divisa, lavorare con la sobrietà il silenzio, e la dedizione e non meno importante la collaborazione con le associazioni sindacali che rilanciano il grido di allarme e solitudine del personale, ma purtroppo tutto ciò non rientra nei codici genetici dell’Arma dei Carabinieri .
Il SIULM con serietà e discrezione è da un anno oramai che denuncia lo svilupparsi dei contagi all’interno delle caserme e la mancanza di provvedimenti semplici e mirati da parte del Comando Generale (a parte la miriade di pacchetti e circolari) a volte solo per assecondare la bramosia di comando di Generali e Colonnelli sparsi per il territorio.
Abbiamo scritto una settimana fa di rinviare le attività operative rinviabili: esercitazioni di tiri a fuoco nei poligoni al chiuso, ridurre le attività operative interforze, sospendere i corsi, ricorrendo il più possibile all’utilizzo di sistemi da remoto, ma ciò nonostante apprendiamo con sconforto che addirittura continuano corsi riservati agli OTI provenienti da tutta Italia alla scuola di Castel Volturno nonostante ci siano stati dei postivi tra cui il cuoco.
Abbiamo suggerito di non esasperare il ricorso alle 12 ore di lavoro negli uffici per non creare assembramento e rispettare il distanziamento, ma di privilegiare lo Smart working (tra l’altro raccomandato dal DPCM 03 novembre 2020 e la risposta ultima in ordine di tempo è la Nr. 155/93-1-2016 di prot. “ Ricorso al lavoro Agile o Smart Working).
Abbiamo denunciato la gestione per il contenimento del contagio nei luoghi di lavoro totalmente scriteriata, che spesso differisce per piani (vedi CUFAA), tamponi a tappeto per il personale, vaccini antiinfluenzali, distribuzione massiccia di D.P.I. (si aspetta l’arrivo degli ionizzatori per le auto di servizio promessi a maggio), di evitare file interminabili alle infermerie per il personale che si sottopone allo screening sierologico e tanto altro, ma la risposta roboante è stato il silenzio e soltanto il silenzio.
Si continua a sparare nei poligoni al chiuso (a parte sospensioni a macchia di leopardo), si continuano a fare corsi, si continua a lavorare 12 ore negli uffici si continua a rifiutare il lavoro agile e a gestire la situazione a compartimenti stagni e addirittura dulcis in fundo la Rappresentanza militare continua a girovagare per l’Italia a spese dello Stato ed in barba alla sentenza Corte Costituzionale che assegnava ai sindacati miliari le stesse competenze della rappresentanza militare giudicata inadatta, da piu di due anni, a rappresentare il personale .
Siamo veramente delusi e amareggiati, ma la nostra controparte deve sapere che se pur con le armi spuntate (almeno cosi fa comodo ancora), dopo questo ennesimo comunicato non ci fermeremo, continueremo a scrivere, e far valere i nostri diritti nelle sedi opportune per denunciare tutto questo e altro che i nostri colleghi ci segnaleranno.
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